La pesca

 In questa sezione si descrivono i vari attrezzi da pesca utilizzati dalla marineria portaiola. Il nome in dialetto è seguito dalla trascrizione del corrispettivo in lingua e da una breve descrizione dell’attrezzature e le sue principali caratteristiche. Quando è certa si descrive anche l’etimologia. Per quanto concerne le reti da pesca occorre ricordare che, fino all’avvento e alla diffusione delle modernissime reti di nylon, esse erano in filo di cotone ritorto e colorate mediante tinture in polvere sciolte in acqua in tinozze molto capienti. Tale operazione detta “tannatura” per l’utilizzo del tannino come mordente, fissante di colori, avveniva più volte l’anno poiché l’uso intensivo della rete ne rendeva necessaria la tinteggiatura. Non era difficile notare sulla ‘mbraiata queste tinozze annerite dal fumo spesso e dalle fiamme scaturite dalla combustione di ogni genere di legna. In tempi remoti, ma fino al secondo dopoguerra, il cordice di queste reti era costituito dai libbani (sbaccatelle) prodotti direttamente dalle donne del Porto.
Il tratto di filo fra nodo e nodo è chiamato lato, mentre la maglia è l’ampiezza di ciò che in lingua si dice lume. Di seguito sono indicate le reti sia impiegate nella cosiddetta posta fissa che quelle di circuizione, deriva o strascico. Sono, inoltre, descritti i principali mestieri con ami e nylon, ossia le coffe.

Rizzi ‘i funnu = Rete da fondo, tramaglio. Composta da tre ordini di maglie detti anche panni. Fr. trémail dal lat. volg. trimàculu. I panni o pareti esterni sono a maglia quadrata 7-9 cm di lato. Quello centrale a losanga 12-15 mm di lato. Posta fissa.
Sckettùni = Rete semplice ad una parete. Dal germ. slehta “semplice”. Maglia da 8 lunga 200 passi(1 passo=1,45 m). Posta fissa.
Scketta = Rete semplice ad una parete. Dal germ. slehta “semplice”. Maglia da 8 lung. 100-150 passi. Posta fissa.
Vopara = Simile alla menaide. Utilizzata nella pesca delle vope, ossia le boghe. Circuizione.
Rizza ‘ncazzillàta = Rete incasellata o rete maritata (nap.). Parte superiore a imbocco, costituita cioè da maglia semplice, e inferiore a tramaglio. Posta fissa.
Sciàvica = Sciabica. Rete per pesca  a strascico lungo costa su basse profondità. Dall’ ar. Sabaka “rete”. Ha larghe braccia e un piccolo sacco al fondo. Si può pescare dalla spiaggia o dalla barca. Maglia da 10 lunga circa 200 passi
Sciavichèddu = Piccola sciabica. Racchetta.
Sciavichèdduzzu = E’ la sciabica di minor dimensione.
Tartànu = Tartana. Rete da strascico. Dal prov. Tartana “falchetto, uccello da preda”.
Rinninàra = vedi scketta. Usata per la pesca del pesce rondine. Posta fissa.
Sicciara = Rete per la pesca delle seppie.
Augliàra = Rete da circuizione da tirare in coppia per la pesca di aguglie. Il bordo superiore affiorante.
Minàita = Menaide. Rete di forma rettangolare a maglie strette (2cm) alta da 12 a 20 m, atta a pescare alici e sardine. Si cala in modo lineare e alla deriva su fondali di circa 100 m. Deriva.
Lambara = Lampara. Rete a circuizione per la pesca del pesce azzurro. Anche lampada ad acetilene o gas usata per il richiamo notturno del pesce azzurro. Circuizione.
Cingiòrro = Cianciolo. Rete circolare simile alla lampara usata per la pesca notturna del pesce azzurro. Sul fondo si chiude con un cordice tesato in una serie di anelli.
Merluzzara = Rete per la pesca di fondo ai merluzzi.
Rizzàcchiu = Rete da lancio a mano.Rezzaglio. Si utilizza per la cattura di piccoli pesci che stazionano alla foce di fiumi o in riva a spiagge (cefali, boghe, spigole). E’ a forma di cono con alla base dei piombi che, tirando la cima di recupero, fanno in modo che la rete si chiuda. Anche giacchio dal lat. jaculum “ciò che si lancia”. “Rizza” = rete –àcchiu = giacchio, da cui rete volante.
Còppitu = Guadino. Con apertura di diverse dimensioni e formato da reti a diverse maglie secondo l’impiego. Di notevoli dimensioni e peso quello per la cattura di alici.
Còrdici = Cordice. Cordini che costituiscono il portante della rete. Sono armati, il superiore, da galleggianti (survi), e l’inferiore da piombi (chiummu).
Parìti = Parete. Ordine di maglie di una rete. Nel tramaglio sono dette pareti i due ordini di maglie costituite da quadrati di circa 7-9 cm che contengono la rete a maglie più strette.
Crucèlla = Ago di legno o plastica usato per la cucitura delle reti. Forse deriv. dal lat. crucem per il movimento a croce che si compie per fare il nodo che chiude la maglia.
Mòdulu = Modello, in genere di legno con cui si misurano le maglie nella costruzione della rete. Dal lat. modulus “modulo” da modus “modo, misura”.
Farzatèdda = panno, striscia di tela in cui si chiudevano le reti per il trasporto. A Napoli ferza. Deriva probabilmente dall’arabo firsa. V. farzulettu.
Pedi = Fare ‘nu pedi ‘na rizza significa commettere un errore nella ricostruzione della stessa. Il riferimento al piede è nel senso di “cosa fatta con i piedi”, ossia fatta male.
Pedi = Il termine si usa nel definire il segnale galleggiante, costituito generalmente da bandiere sostenute da galleggianti tenuti in equilibrio da contrappesi, atto a rendere riconoscibile il “mestiere” calato in mare per rendere agevole e immediata la sua salpata. Il piede come punto fermo, riferimento.
Paima = galleggiante per menaide.
Nasse = ceste di vimini intrecciate a formare un cono con apertura alla base da cui si effettua la cattura tramite l’esca che vi è posta. Mediante l’apertura sulla cima del cono si effettua il recupero del pescato.
Catranèlli = Catalana. Dal gr. Cata, basso-sotto. Coffa per pesca in profondità.
Coffi = Coffa. Cesta, dal gr. Κόφινος e ar. “ar quffa”.
Cònzulu = Conzo. Forse dal lat. consuo. Cucire insieme. O da cum solidare “comporre” “adattare” per via della sistemazione dei braccioli all’interno della coffa. Deverb. Di cunzàri nel senso latino di sistemare.
Filazzùni = Filacciolo di canapa intrecciato di lunghezza varia (20-30 metri e oltre) terminato con amo da … innescato con polpo o sarde per la pesca di cernie, murene e altri pesci da tana.
Filazzùni a sbalanzà = pesca con lancio in mare della lenza a caso; filacciolo legato a terra o al sughero zavorrato.
Filazzùni a tana = pesca con posa della lenza in tana con l’ausilio di uno “specchio” (maschera) e di pietre per meglio indirizzare l’esca e nascondere il filacciolo.
Stramazzòlu = Filacciolo di ridotta lunghezza (8-10 metri) che si adattava ad una pesca da terra. In sostanza si lanciava cadere a mare la lenza a mo’ di corpo morto, deriv. da stramazzato.
Vulintìnu = Bolentino. Lenza a più ami (4-6) terminata con piombo per la pesca sul fondo di sciarrani, scorfani, dentici, piccole cernie e fragolini. Etimologia incerta probabilmente dal genov. bolentin.
Pulànghisi = Palangaro. Forse dal gr. Polyánkistron “dai molti ami”.
Lenza a mmanu
Traina = la traina è un tipo di pesca che si effettua con lenze di nylon di vario armamento (diverse sezioni di filo e piombatura ed esche) mediante l’azione di trascinare in scia alla barca le suddette lenze e l’esca ad esse legata.
Totamàra = Attrezzo usato per la pesca dei totani. Anticamente la totanara era costituita da un fuso di piombo alla cui base erano inglobati, a costituire una raggiera, un numero di ami disposti in maniera da formare una sorta di ancorotto a più punte. Attorno al fuso si legavano, per attirare i molluschi, pezzi di lardo, di sarde salate o altri pesci sfilettati.
Purpàra = Polpara, attrezzo utilizzato per la pesca dei polpi e costituito da una piccola zavorra piombata, di solito colorata di bianco per attirare la curiosità di questi molluschi, a cui sono affrancati grossi ami disposti a raggiera.
Cucchiarìni = Tipo di esca metallica roteante, di color argento e modellata a forma di pesce, di varia dimensione usata prevalentemente nella pesca dei tonnetti col metodo della traina.
Lanzatùru = Sorta di fiocina con lungo manico dotata di tre o più ardiglioni, usato per la pesca di piccoli pesci, soprattutto molluschi.
Lanciana = freccia costituita dalla rete fra un galleggiante e l’altro inseriti nel cordice di galleggiamento e nel cordice inferiore fra un piombo e l’altro.

 

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5 Responses to La pesca

  1. Durante ha detto:

    Complimenti per l’articolo. Molto interessante. Continuate così, io sono un assiduo lettore!
    Durante

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  2. Enrico Maria Brambilla ha detto:

    Buonasera
    sto cercando chi, nel tempo, ha accatastato delle nasse (anche già utilizzate in acqua)e sia disposto a venderle.

    Sapreste indicarmi qualcuno per favore?

    Grazie
    EMBrambilla

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  3. Giuliana Pieri ha detto:

    Salve volevo sapere perché le reti da pesca hanno vari colori, cioè se il colore cambia in base ai pesci che si vogliono pescare. Ne ho viste di gialle Rosse ecc..

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    • Antonio Chiappetta ha detto:

      Prima che le reti fossero realizzate in nylon, erano in cotone bianco. Dato che questo colore spaventava i pesci, le reti venivano immerse in una tintura marrone, ottenuta facendo bollire la corteccia dei pini. Le varie colorazioni delle reti in nylon serve per adattarlo alla tonalità del fondale marino e non ai pesci da catturare. A Maratea, difatti si usa il verde chiaro o l’azzurro.

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  4. Mariano scotto ha detto:

    Dal pino d’Aleppo si produceva la”cortecciola” per il trattamento tannico.

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