Pesca con gli ami

Per questo tipo di pesca generalmente si usa  la “ COFFA “ che è un attrezzo  costituito  da un filo ,più o meno lungo (a seconda delle necessità), detto TRAVE (Letto) lungo il quale sono fissati, a regolare distanza, i BRACCIOLI (vraccioli)  ciascuno terminante con un amo . A seconda del tipo di pesca cui è destinata la coffa ha ami più o meno grossi,  lettoe vraccioli ( di Nylon ) più o meno doppi .
 
 

 
E’ indispensabile per tutti i tipi di pesca avere  un grande conoscenza dei fondali e della costa per poter determinare i punti (cale ) dove andare “ a mettere il mestiere “ , nonché degli orari  (giorno, notte, alba) in cui conviene calare per avere maggiore probabilità di cattura . Nella prima parte del secolo scorso ( fino a poco prima della guerra ‘40 – ‘45 la COFFA (foto) era contenuta in una cesta di vimini  e armata
con una cordina . Ovviamente risultava meno efficace di quelle moderne (in nylon) ma sicuramente era più affascinante.La lunghezza della coffa viene, generalmente, associata al numero degli ami che vengono calati e, spesso, per sperare di ottenere il miglior risultato possibile, se ne possono calare anche due in sequenza legate tra loro o, in alternativa, scegliere due cale diverse e filarne una per ciascun posto. Nel primo caso è consigliabile mettere qualche galleggiante in più per avere la possibilità di salpare comunque il mestiere in caso di “ngarammàta“.
  • La Catranella Si usa per la pesca sul fondo. Il letto può variare da 0,60 a 0,80, i vraccioli, posti a  sei – otto metri l’uno dall’altro, sono lunghi un metro e mezzo con uno spessore variabile dallo 0,30 allo 0,50. La Catranella viene assicurata a due galleggianti resi visibili a distanza da una bandierina gialla. Il letto viene trascinato a fondo da due pesi (mazzere) legati ad esso con una cordina (pedi), lo stesso è pure legato al galleggiante. Gli ami vanno dal  n° 12 al n° 15 mentre le esche usate sono: calamaro, totano, oloturia (cazzi ì mari) patelle e cannolicchi. Le catture sono costituite da saraghi, tanute (cannute), perchie, sciarrani (ganule), gronchi, murene, pagelli (luvari) e, quando dice bene, corvine ed anche aragoste.
  • Consolo per Occhiate Si usa per la pesca in superfice per la cattura delle occhiate. Il letto è dello 0,60 con vraccioli da 0,30 posti a sei metri l’uno dall’altro e terminanti con ami n° 16. Ogni otto ami si mette un galleggiante (tipo sughero da rete) mentre dopo quattro ami si fissa , sul letto, un piombo da 50 grammi. Le esche possono essere le stesse usate per le catranelle mentre fra le catture, oltre alle occhiate, si possono annoverare anche saraghi.
  • Consolo da fondo Si usa per la pesca sul fondo. E’ strutturato in modo da poter tenere le esche (morzi) sollevati dal fondo a mò di catenaria (una teoria di archi), al contrario della catranella i cui ami poggiano tutti sul fondo. In questo caso il letto è da 0,70 con vraccioli posti ogni sei metri, con nylon da 0,35 a 0,40, terminanti con ami n° 14. Ogni sei ami si lega un vracciolo di tre metri terminante con un piombo. Sopra il piombo viene inserito un sughero da rete in modo che questi possa scorrere lungo lo stesso filo. Gli ami immediatamente adiacenti ai fili di tre metri piombati, sono posti a quattro metri da questi risultando, tra loro, a otto metri di distanza. L’ancoraggio ai galleggianti è identico a quello usato per la catranella come pure i tipi di esche e le probabili catture.
  • Coffa a pescespada Si usa per la pesca ai pescespada e ai tonni. Il letto va da 100 a 120  con vraccioli di 3 metri posti a 18 – 20 metri tra loro e terminanti con ami da 5 a 7. Ogni 12 ami si lega un galleggiante (può andare bene una bottiglia di plastica) e la cala avviene perpendicolare alla costa, verso il largo (da nterra a ffora). L’esca è quasi sempre costituita da sarde.
  • Filaccioni (filazzuni) Si usa per la pesca delle cernie e dei dentici. E’ costituito da una cordina da 2 mm di lunghezza variabile da 20 a 40 metri. Gli ultimi 5 metri sono in nylon da 100 e l’amo è da 2 o 3 . I filazzuni si possono calare sia dagli scogli “a sbalanzà ” o dalla barca, “ a Tana “. Una volta individuata la tana della cernia con lo specchio, si cerca di far cadere l’esca in prossimità della stessa e di nascondere il filo nel fondale. In questo caso, a circa 10 metri dall’amo si lega una pietra, mentre l’estremità superiore del filaccione si lega ad un galleggiante.
  • Nasse Trattasi di un attrezzo per la cattura di polpi, seppie, murene, salpe, cannute ecc, costituito da una particolare cesta di vimini con un ingresso che agevola l’entrata del pesce e che, parimenti, ne impedisce l’uscita. All’interno della nassa, come esca, si mettono sarde, alici o granchi. Viene calata sul fondo con un peso e assicurata con una sagola che ne consente il recupero. Generalmente viene lasciata in pesca per l’intera giornata/nottata.
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