Category Archives: La pesca

Nodi

Parillàtu = parlato. Forse dal lat. pār “pari” perché trattasi di nodo doppio.

Chiaru = piano. E’ un nodo che serve per unire cime sottili. Il lat. plānum “piatto, privo di asperità” sta anche per “chiaro, comprensibile”.

Scurritùru = scorsoio. Nodo che si stringe tirando la cima. Dal lat. currere con s intensiva, “che scorre”.

Mazzacca = nodo Margherita. Nodo che serve per accorciare una cima. Il risultato di tale operazione produce un groviglio assimilabile ad una salsiccia. Forse dal lat. mazācaram “salsiccia, lombrico”. Potrebbe essere anche derivato dalla composizione di Margherita con assuccato che in genovese significa “tesato”.

Gnummatùra = impiombatura. E’ l’operazione che unisce due cime o la parte terminale di una cima sul proprio asse a formare una gassa. Dal lat. plumbāre “saldare, chiudere con piombo”

Cassia o gassa = gassa d’amante. Nodo ad anello al capo di una cima. Probabile voce genovese, dal lat. volg. capitiàre deriv. dal lat. classico căput “capo, estremità”.

Ricciàrdu = nodo del terrazziere. Qualsiasi nodo mal riuscito. Probabilmente per la forma non regolare, ricciuta.

Pesca con gli ami

Per questo tipo di pesca generalmente si usa  la “ COFFA “ che è un attrezzo  costituito  da un filo ,più o meno lungo (a seconda delle necessità), detto TRAVE (Letto) lungo il quale sono fissati, a regolare distanza, i BRACCIOLI (vraccioli)  ciascuno terminante con un amo . A seconda del tipo di pesca cui è destinata la coffa ha ami più o meno grossi,  lettoe vraccioli ( di Nylon ) più o meno doppi .
 
 

La lampara

Negli anni 40 – 60, a Maratea vi era più di una lampara, ma le principali possiamo dire fossero quattro. La “Chiurma” (l’equipaggio) era costituita da un capo pesca (solitamente proprietario della rete e delle barche necessarie) e da 9/10 marinai che ruotavano sulla stessa lampara o su altre a seconda della necessità. Di seguito riportiamo i nomi dei capo pesca e dei marinai che prevalentemente, “inu na lampara cu…” (andavano alla lampara con…):