Category Archives: Pesci di scoglio

Salpa

Dal lat. “sālpam”, gr. “sálpe”, “sárpē”. Ha abitudini gregarie legate al fondo marino della costa.  Non si spingono a profondità superiori ai 15-20 metri. Viene catturata nei tramagli ed in altre reti da posta. Il corpo ha la forma tipica degli Sparidae, allungato, con dorso e ventre convesso, peduncolo caudale sottile, coda bilobata. È ricoperto da grosse squame, ha una dentatura molto robusta, utilizzata per raschiare le alghe dagli scogli. La livrea prevede dorso grigio-azzurro con i fianchi argentati attraversati orizzontalmente da dieci strisce dorate. La coda e le pinne sono brune. Le carni non sono di grande qualità, data l’alimentazione prettamente erbivora che spesso conferisce loro un odore spiacevole di alghe o fango. Questo può essere evitato eviscerando la salpa quanto prima possibile, prima che il contenuto intestinale vada in putrefazione. Comunque è una cattura ambita dai pescatori sportivi dato che oppone una strenua resistenza alla cattura.

Boga

 Dal lat. “bōcam”, gr. “bôks”, connesso con “boân”, ‘gridare’ perché ritenuto in grado di emettere grida. Il corpo è allungato e affusolato, gli occhi grandi. È specie onnivora, anche se si ciba prevalentemente di crostacei. Le sue carni sono buone se consumate dopo breve tempo dalla morte del pesce altrimenti il contenuto dell’intestino va in putrefazione conferendo all’animale un cattivo odore. Il modo migliore per consumarle è quello della frittura sempre che si riescano a pescare, come negli anni 50-70  a Santoianni cù ù sciavicheddu.

Pesce civetta

Dal lat. “cŏrvum”, per la sua forma e colorazione somigliante all’uccello. Suggestiva la derivazione etimologica nelle Etimologie di Isidoro che fa derivare “corvus” da cordis vox, ossia voce del cuore per quanto sotto esplicato.
Catturato, produce un gemito impressionante, simile al pianto di un bambino neonato, che dura per parecchio tempo fuori dall’acqua. La testa è relativamente grossa, con una grande bocca, dotata di corazza ossea. Il corpo è allungato, piuttosto compresso sul dorso. La caratteristica più visibile di questa specie sono le grandipinne pettorali, rette da lunghi e robusti raggi, che completamente allargate formano insieme un grande ellisse, che permette al pesce di “planare” vicino ai fondali. La livrea è alquanto varia da esemplare a esemplare, con un colore di fondo che va dal grigio bruno al giallo fino al rossastro, decorato da 3 o più fasce verticali brune e costellato di punti bianchi. Le pinne pettorali presentano la stessa colorazione, ma sono puntinate e orlate anche di un blu elettrico.

Tordo marvizzo

 Dal fr. Ant. “malvis”. Vive a bassa profondità ed ha abitudini sedentarie. Si riproduce da maggio a luglio. Probabile una inversione sessuale, poiché oltre i 40 cm di taglia sono tutti individui maschi. Gli adulti si cibano di molluschi bivalvi e Gasteropodi, Crostacei decapodi, le cui conchiglie ed i cui carapaci vengono frantumati facilmente dai robusti denti faringei.

Tordo grigio

 Dal lat. “lābōsus”, sdrucciolevole, vista la particolare viscosità del pesce. Perciforme della famiglia dei labridi a cui appartengono altri pesci quali Malvìzzu, Lagùni, Cazzìllu ‘i rre, Sorice. Tordo. Dal lat “tŭrdum”. Si riproduce all’inizio di maggio e depone le uova in nidi fatti con le alghe sul fondo. Si nutre di Crostacei e molluschi. La livrea è più smorta che negli altri Symphodus, grigiastra, al massimo con un paio di strisce scure tra il muso e la coda o alcune linee blu sul muso (però il maschio durante la cura delle uova è marezzato).