Author Archives: Antonio Chiappetta

Coda di rospo
Dal lat. “piscātrix”, pescatrice o coda di rospo.La rana pescatrice presenta una testa massiccia ricoperta di creste ossee e spine, appiattita e allargata, di forma ovale, così come la parte anteriore del corpo; il corpo è conico e la pelle è priva di squame. La bocca è molto grande e rivolta verso l’alto, con numerosi denti acuti: la mascella inferiore è prominente rispetto a quella superiore. Nella mandibola e lungo il corpo sono presenti delle appendici cutanee a forma di frange. La colorazione è bruno-olivastra o violacea sul dorso e bianca nel ventre; le pinne sono orlate di scuro. Il primo raggio della pinna dorsale è estremamente sviluppato e dotato in punta di una piccola escrescenza carnosa. Quest’appendice, utilizzata per cacciare, è chiamata illicio. Si sposta anche lentamente aiutandosi con movimenti delle pinne ventrali e delle pettorali. Si nutre preferibilmente di pesci (pleuronettiformi, gadidi, clupeidi). La sua carne bianchissima e soda, conosciuta con il nome di Coda di rospo, è molto buona.
Pescatrice al pepe rosso di Senise
Per questa ricetta è indispensabile avere a disposizione il peperoncino rosso (dolce) in polvere di Senise che compare quasi sempre nelle ricette di pesce tipiche del Porto. Come tipo di pesce può essere usato, con identico risultato, anche il pescespada o la razza.
Ingredienti : Pescatrice, olio d’oliva extravergine, aglio, prezzemolo, peperoncino rosso dolce di Senise, sale.
Preparazione : Tagliare a trance il corpo della pescatrice. In un tegame mettere mezzo bicchiere (da vino) d’olio e far soffriggere l’aglio tagliato a fettine . Quando l’aglio è dorato, mettere un cucchiaio da tavola di peperoncino in polvere e, quasi in contemporanea, versare la pescatrice avendo cura di rimestare (con un cucciaio di legno) per evitare che il peperoncino bruci. Questa operazione è fondamentale per la buona riuscita del piatto. Aggiungere acqua quanto basta perchè il pesce si cuocia e lasciare sul fornello a fuoco medio per circa 15′. Quando il pesce è quasi cotto aggiungere una spruzzata di prezzemolo e servire con il sughetto ottenuto nella cottura.
Pesce al forno alla portaiola
Per questa ricetta è possibile utilizzare vari tipi di pesce appartenente alla famiglia dei pesci bianchi come : sarago, occhiata, pagello, tanuta e mormora, orata.
Ingredienti : un sarago da 300-400g , olio d’oliva extravergine, aglio, prezzemolo, limone, origano, sale.
Preparazione.
Dopo aver pulito e squamato il pesce, metterlo in una teglia da forno. Aggiungere mezzo bicchiere (da vino) di olio, aglio tagliato a fettine, prezzemolo, una spruzzatina di succo di limone (senza esagerare), un poco di origano, mezzo bicchiere d’acqua e salare. Mettere in forno a 180° per 15′-20′ (dipende dalla grandezza del pesce). L’aggiunta dell’acqua serve a non far seccare il pesce e ad ottenere un sughetto spettacolare in cui fare una scarpetta.

Zaccaro Vittorio
detto Vernillu perché ghiotto di un tipo di fichi. Era pescatore di lambara e,certo il più loquace dei fratelli Giuvannuzzi. Non avendo particolare predisposizione per il mare ,era emigrato in America per un certo periodo. Si racconta che il giorno del suo matrimonio sia legato ad una delle peggiori mareggiate che si ricordino, quando non c’era ancora il porto. Prima di andare al ristorante a Fiumicello per il ricevimento, pur non essendoci nessun segno premonitore, zù Monicu pretese che tutte le barche venissero portate sulla “mbraiata” tra la perplessità dei marinai che già erano pronti per il banchetto. Eseguito, non senza mugugni il “consiglio”, i pescatori si recarono alla festa che ebbe termine a notte inoltrata. Quando gli invitati decisero di far ritorno al Porto, furono costretti a scendere dalla Timpa (attuale panoramica) perchè la mareggiata aveva distrutto la strada che dalla darsena conduce al Porto! (al cento della foto con giacca cravatta e.. sigaretta)

Zaccaro Umberto
detto zù Monaco perché il nonno pretese che fosse un monaco a benedire il suo cane quando questi morì. Uno dei più valenti marinai del Porto e senza dubbio il più rispettato per il grande carisma . Proprietario di una delle lambare del Porto. Rimando i dettagli del personaggio allo scritto di Aldo Fiorenzano nella sezione “storie” del sito.